ETERNA IMPERFEZIONE
“Come i Cani della
prateria, anche io sempre all’erta sto!”
Nella
Materia
Nelle
Molecole
Nelle
Cellule
Negli
Istinti
Nei
Cuori
Nelle
Menti
Quelle Forze puntualmente soverchianti sia le buone come le cattive
intenzioni.
Ma quando mai riusciremo ad anteporre la consapevolezza di
questa Verità alle nostre Azioni?
Mai!
Infatti
siamo assolutamente imperfetti!
Non riusciamo nemmeno ad ammettere e accettare che il
percorso della nostra esperienza è una unica linea, per quanto contorta e
intrecciata possa essere! Mai e poi Mai il singolo individuo potrà sperimentare
la contemporaneità di più esperienze tracciando più di una linea contemporanea nel
corso della sua esistenza.
Su
questo semplice assunto nella nostra specie si sono fondate e sviluppate le sue
due esclusive peculiarità: la schiavitù e il dominio.
Atteggiamento,
predisposizione o condizione che sta alla base di tutto lo sviluppo chiamato
Civiltà e Progresso, intendendo con tali termini una accezione sempre positiva,
e, semmai negativa, solo per un residuale infinitesimo da utilizzare solo nei
casi di necessità. Solo quando e laddove il Grandioso Edificio viene sottoposto
dagli eventi a conclamate e palesi contraddizioni.
Avremo
così un incredibile, folle, istrionico uso di quel residuale negativo al fine di puntellare il fatiscente Palazzo
con l’estremo Imperativo:
“
…e Civiltà e Progresso devono pur Superare gli ostacoli che la dura realtà
Materiale frappone al raggiungimento della tanto agognata meta della Felicità!!!! “.
A - Che cosa è la Felicità?
(È
fondata su base Etica? Fisiologica?
Psicologica? Tutte tre le cose?)
B - La Felicità di chi?
(
di quale Umanità, presente, futura?? )
C -
Non esisterà più l’Infelicità?
( e
l’Umanità’? esisterà ancora o sarà estinta estinguendo perciò stesso anche la
percezione dell’Infelicità? )
Nessuno può, se onesto innanzi tutto con sé stesso prima
ancora che con gli altri, dare delle risposte sensate a queste domande.
Eppure il sortilegio imperante è quello di una Felicità da
Inverare anche al costo di depauperare
l’intero Mondo dell’ultimo suo respiro Vitale!
L’uso
dell’Acume ( di chi ne è in possesso e
ha il tempo e la voglia di
Poterlo
esercitare ) dovrebbe aiutare a superare le continue difficoltà e gli ostacoli che ci tengono avvinghiati
e immersi in questo universo imperfetto.
Ma soppratutto dovrebbe illuminare sul presente mondo e le sue qualità e il
nostro destino.
Ma
cosa invece rivendica a sé l’uso dell’acume
o, con valenza riduttiva,
definito anche con il termine intelligenza
(avendo ormai l’acume perso nel tempo il
suo fondamentale, magico e inestimabile valore istintuale, riducendosi a
intelligenza = redde rationem )?
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Divenire Guida del gruppo
-
In quanto tale ottenere privilegi ( l’esercizio dell’acume porta
infatti dentro di sé anche un difetto congenito: l’auto-incensamento e
l’esaltazione in misura bastante da ignorare la fortunata circostanza di avere
avuto in abbondanza una simile qualità in dono dal caso e non da un proprio
merito).
-
Il caso è un termine assolutamente infido con una accezione fortemente
negativa per la sua valenza specificatamente transitoria e relativa ( non
parliamo poi del termine ancor più destabilizzante e terrorizzante di
“Kaos”, dal quale sembra discendere
appunto quello di “Caso” ). Per questo
motivo l’uso dell’acume decide di assumere
a sé la peculiarità irrazionale
della “predestinazione” o di qualità ereditata
dagli “dei”e infine dai “Padri”.
-
L’Eredità inoltre di una simile “nascita” e “battesimo di
legittimazione divina” deve assolutamente perpetuarsi nel tempo, costi quel che
costi e a dispetto appunto della casuale e fortunata circostanza succitata.
Pertanto i privilegi per sé rivendicati vanno trasmessi anche ai propri
discendenti biologici a prescindere dal possesso o meno delle stesse qualità.
-
L’uso dell’acume, quindi,
dipende strettamente dall’individuo che lo possiede e non da simulacri,
amuleti, o templi che vorrebbero ricordarlo e rappresentarlo.
-
Il possesso di questa qualità è estremamente volatile, strettamente
dipendente dalla longevità e salute delle cellule che costituiscono il corpo
stesso dell’elemento pensante.
-
E’ per questi motivi descritti qui ai punti precedenti, che appare
evidente l’impossibilità di una continuità vera e propria del sapere al di
fuori dell’ambito strettamente Biologico. E a dispetto delle invenzioni di
codici e linguaggi la riprova di ciò si palesa nella inevitabile necessità di dover rinascere che manifestano
puntualmente le generazioni subentranti. Non essendo infatti altro da ritenersi
come dei riti di passaggio quelle differenti pratiche nelle forme e nelle
modalità rispetto al passato solo per la diversità dei mezzi adottati ( quand’anche invece non risultano,
sorprendentemente, pressoché identici ai rituali precedenti! ).
-
Tutto l’acume presente al mondo sembra tuttavia incapace, sia
in buona che in malafede, di ammettere oltre che ad accettare
l’inconfutabile suddetto quadro e specchio della realtà imperfetta in cui
viviamo.
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Assito pertanto a una sempre più sfrenata corsa al rilancio della posta
in gioco con un corollario di rilanci sempre più azzardati sui possibili
scenari e simulazioni dei mondi “PERFETTI” ai quali è dedito l’attuale uso
dell’acume.
-
Assisto e vedo sciorinati davanti ai miei occhi, ad una innumerevole
teoria di proposte, progetti ed utopie su questo mondo PERFETTO da inverare e
al quale la attuale mitologia fa riferimento, con rassicurazioni
argomentate e qualificate per
rasserenare l’acume giustamente
preoccupato ed avvertito dei più “sospettosi”, circa la indubbia bontà degli
intenti, degli sforzi e delle risorse che i Team migliori
del pianeta-mondo stanno in questo momento impegnando nella risoluzione
delle oramai ultime e più resistenti e tenaci
imperfezioni da rimuovere.
Questo
è lo sconcertante quadro della follia di una specie dotata di un acume senza
l’eguale tra tutte le altre specie viventi nello scegliere la propria strada
per l’autodistruzione, refrattaria com’è ad accettare quella di un destino che gli riserva un mondo imperfetto
mai amato, molto temuto e fuggito da sempre.
Roma 11 gennaio 2015 Riccardo
TRIOLO