Benvenuti

Questo sito esprime i contenuti di una riflessione sulla realtà sociale, artistica, culturale e politica in cui mi trovo immerso e di cui subisco i condizionamenti mio malgrado.



Nel tentativo di mantenere ancora viva la propria capacità critica, anche questo sito risulta utile a proporsi per potersi specchiare nei contributi di altre Voci.



mercoledì 16 agosto 2017

STADI DI MATURAZIONE

Fare il punto della …situazione,…navigazione del “corpo” nel pellegrinaggio della vita.
Il meglio dell’esistente è il peggio nella sua capacità di evidenziare la propria esistenza
Viceversa il migliore nell'evidenziare la propria esistenza è l’esistente che maggiormente incarna il male quale noi esseri viventi dobbiamo subire e sopportare.
Il meglio dell’esistente si trova immerso maggiormente nel silenzio che nel fragore.
Il meglio dell’esistente è numeroso ma per le caratteristiche che lo contraddistinguono è maggiormente ignoto soprattutto tra i suoi esemplari rappresentativi, viventi ma isolati.
Anche se consapevoli del MALE e dei suoi rappresentanti i migliori non possono contrastarli e il Male stesso più in generale, senza modificare la propria natura e trasmutarla proprio in quella che si vorrebbe contrastare e debellare.
Purtroppo saranno i rappresentanti più immaturi del meglio che, abbandonando il loro percorso di perfezione nell'esistenza, approderanno ad un’azione contraddittoria quanto inefficace nel perseguire l’obbiettivo impossibile di distruggere o peggio ancora modificare la natura del MALE       esistente e scivolare piano piano in  un’involuzione della propria natura trascinandola nella dimensione dell’anelito mai pago e mai soddisfatto.
La realtà dell’esistente migliore consiste nella progressiva e continua stupefazione.
Per questo non è necessario il ricorso ad una chimica naturale o artefatta. E’ proprio il mantenimento nel riconoscimento della propria natura che consente di rimanere aperti al tutto che permea e circonda l’esistenza e con ciò stesso riuscire più e più volte a stupirsi della meraviglia che l’esistenza suscita come vibrazione del corpo, vero e unico testimone di tutto questo farsi e disfarsi costante e magicamente stabile.
Per questi motivi entrare o uscire dallo stato di perfezione del migliore è continuamente possibile ma solo a condizione di riconoscersi quale corpo e lasciarlo libero di esistere senza dettare  i tempi della sua maturazione, dei gradi di maturazione e perfezionamento che esso
deve vivere pagandone il prezzo direttamente anche a costo di annichilire nel tentativo.
E’ altre sì evidente quindi come il MALE si configura come quella assenza dell’atto di riconoscere la propria natura. Il non riconoscere la propria natura manterrà l’essere in uno stato di imperfezione al quale però faranno da corredo anche azioni e atteggiamenti imperfetti. E quanto più si permane in questo stato tanto più prende forma un abisso di affastellato e indomabile desiderio impossibile da appagare in quanto ha alla sua radice un essere improprio e perciò non corrispondente né a quelle azioni, né a quei atteggiamenti ,né infine a quella impossibile catena di desideri innescata da quelle azioni.
Infine non dimentichiamo che riconoscersi significa capire di essere in grado di stupefarsi e decidere di mantenere questo stato in cui procedere e maturare progressivamente senza mai ritenere di avviare costruzioni in grado di custodire e conservare lo stadio di maturazione raggiunto. Dietro al meglio dell’esistenza infatti non rimarrà altro che la effimera scia di un corpo solcante l’immensità del mare.


giovedì 8 giugno 2017

La Crepa nel muro: “La popolazione ottimale? 500 milioni”

La Crepa nel muro: “La popolazione ottimale? 500 milioni”: L'eugenetica, la disciplina che si prefigge di favorire e sviluppare le qualità innate di una razza, giovandosi delle leggi dell’eredi...

IL CASTELLO DELLE CERTEZZE


L’Universo intiero assedia il castello delle certezze che nella mente della specie umana è tenuto in piedi dalla malta costituita del sudore e dal sangue degli schiavi.
Il castello delle certezze è quell’edificio dal quale i detentori delle risorse non possono in alcun modo prescindere.
Oggi esso rimane fisicamente tale ora come: Banca super protetta;ora come Residenza allarmata e difesa da una schiera di schiavi Pretoriani.
Ma di quello fisico è ben più importante quello psichico creato e instillato giorno per giorno nella mente dell’uomo–massa ad opera degli schiavi che operano nel settore mediatico.
Il loro compito fondamentale è: inculcare “l’idea-Realtà” che le certezze esistono; un sistema che le accoglie e le gestisce esiste; un Castello istituzionale legittimo che le difende e le promuove queste certezze esiste; che l’intento alla base dell’agire dei “reggenti” ( Capitalisti, Politici, Massoni, Preti, Rabbini, Imam, Scienziati e Uomini di Legge ) è teso unicamente al miglioramento qualitativo di queste certezze per l’esclusivo bene di “tutta” la Specie Umana se non addirittura di tutte le specie!
E a suggellare questa felice “Favola” il prodotto più alto dell’Evoluzione su questo Pianeta ( il suddetto gruppo dei reggenti ) non cessa mai, nemmeno per un istante di ribadire che il Castello eretto con così tante difficoltà ( il sudore e il sangue dei suddetti schiavi per l’appunto ) è in perenne conflitto con il regno del Male, dell’oscurità, delle Tenebre, del Kaos, dell’irrazionale che mina la razionalità del Castello!
E che pertanto tutti noi Umani (ovvero i soliti Schiavi ) sono chiamati a lottare e difendere il Castello!

Naturalmente sappiate che NESSUNO è Indispensabile e tutti gli individui senza qualità sono SACRIFICABILI  se ciò rientra in un progetto di “ Riqualificazione “ della vita su questo Pianeta Terra !

mercoledì 11 febbraio 2015


ETERNA  IMPERFEZIONE

“Come i Cani della prateria, anche io sempre all’erta sto!”



Nella Materia
Nelle Molecole
Nelle Cellule
Negli Istinti
Nei Cuori
Nelle Menti

Quelle Forze puntualmente soverchianti sia le buone come le cattive intenzioni.

Ma quando mai riusciremo ad anteporre la consapevolezza di questa Verità alle nostre Azioni?
Mai!
Infatti siamo assolutamente imperfetti!
Non riusciamo nemmeno ad ammettere e accettare che il percorso della nostra esperienza è una unica linea, per quanto contorta e intrecciata possa essere! Mai e poi Mai il singolo individuo potrà sperimentare la contemporaneità di più esperienze tracciando più di una linea contemporanea nel corso della sua esistenza.
Su questo semplice assunto nella nostra specie si sono fondate e sviluppate le sue due esclusive peculiarità: la schiavitù e il dominio.
Atteggiamento, predisposizione o condizione che sta alla base di tutto lo sviluppo chiamato Civiltà e Progresso, intendendo con tali termini una accezione sempre positiva, e, semmai negativa, solo per un residuale infinitesimo da utilizzare solo nei casi di necessità. Solo quando e laddove il Grandioso Edificio viene sottoposto dagli eventi a conclamate e palesi contraddizioni.
Avremo così un incredibile, folle, istrionico uso di quel residuale negativo  al fine di puntellare il fatiscente Palazzo con l’estremo Imperativo:
“ …e Civiltà e Progresso devono pur Superare gli ostacoli che la dura realtà Materiale frappone al raggiungimento della tanto agognata meta della Felicità!!!! “.
A - Che cosa è la Felicità?
(È fondata su base Etica?  Fisiologica? Psicologica? Tutte tre le cose?)
B - La Felicità di chi?
( di quale Umanità, presente, futura?? )

C - Non esisterà più l’Infelicità?

( e l’Umanità’? esisterà ancora o sarà estinta estinguendo perciò stesso anche la percezione dell’Infelicità? )
Nessuno può, se onesto innanzi tutto con sé stesso prima ancora che con gli altri, dare delle risposte sensate  a queste domande.
Eppure il sortilegio imperante è quello di una Felicità da Inverare  anche al costo di depauperare l’intero Mondo dell’ultimo suo respiro Vitale!
L’uso dell’Acume  ( di chi ne è in possesso e ha il tempo e la voglia di
Poterlo esercitare ) dovrebbe aiutare a superare le continue difficoltà e gli ostacoli che ci tengono avvinghiati e  immersi in questo universo imperfetto. Ma soppratutto  dovrebbe  illuminare sul presente mondo e le sue qualità e il nostro destino.
Ma cosa invece rivendica a sé l’uso dell’acume  o,  con valenza riduttiva, definito anche con il termine  intelligenza (avendo ormai  l’acume perso nel tempo il suo fondamentale, magico e inestimabile valore istintuale, riducendosi a intelligenza = redde rationem )?
-         Divenire Guida del gruppo
-         In quanto tale ottenere privilegi ( l’esercizio dell’acume porta infatti dentro di sé anche un difetto congenito: l’auto-incensamento e l’esaltazione in misura bastante da ignorare la fortunata circostanza di avere avuto in abbondanza una simile qualità in dono dal caso e non da un proprio merito).
-         Il caso è un termine assolutamente infido con una accezione fortemente negativa per la sua valenza specificatamente transitoria e relativa ( non parliamo poi del termine ancor più destabilizzante e terrorizzante di “Kaos”,   dal quale sembra discendere appunto quello di  “Caso” ). Per questo motivo l’uso dell’acume decide di assumere  a sé la peculiarità   irrazionale della “predestinazione” o di qualità ereditata  dagli “dei”e infine dai “Padri”.
-         L’Eredità inoltre di una simile “nascita” e “battesimo di legittimazione divina” deve assolutamente perpetuarsi nel tempo, costi quel che costi e a dispetto appunto della casuale e fortunata circostanza succitata. Pertanto i privilegi per sé rivendicati vanno trasmessi anche ai propri discendenti biologici a prescindere dal possesso o meno delle stesse qualità.
-          L’uso dell’acume, quindi, dipende strettamente dall’individuo che lo possiede e non da simulacri, amuleti, o templi che vorrebbero ricordarlo e rappresentarlo.
-         Il possesso di questa qualità è estremamente volatile, strettamente dipendente dalla longevità e salute delle cellule che costituiscono il corpo stesso dell’elemento pensante.
-         E’ per questi motivi descritti qui ai punti precedenti, che appare evidente l’impossibilità di una continuità vera e propria del sapere al di fuori dell’ambito strettamente Biologico. E a dispetto delle invenzioni di codici e linguaggi la riprova di ciò si palesa nella inevitabile necessità di dover rinascere che manifestano puntualmente le generazioni subentranti. Non essendo infatti altro da ritenersi come dei riti di passaggio quelle differenti pratiche nelle forme e nelle modalità rispetto al passato solo per la diversità dei mezzi  adottati ( quand’anche invece non risultano, sorprendentemente, pressoché identici ai rituali precedenti! ).
-         Tutto l’acume presente al mondo sembra tuttavia  incapace, sia  in buona che in malafede, di ammettere oltre che ad accettare l’inconfutabile suddetto quadro e specchio della realtà imperfetta in cui viviamo.
-         Assito pertanto a una sempre più sfrenata corsa al rilancio della posta in gioco con un corollario di rilanci sempre più azzardati sui possibili scenari e simulazioni dei mondi “PERFETTI” ai quali è dedito l’attuale uso dell’acume.
-         Assisto e vedo sciorinati davanti ai miei occhi, ad una innumerevole teoria di proposte, progetti ed utopie su questo mondo PERFETTO da inverare e al quale la attuale mitologia fa riferimento, con rassicurazioni argomentate  e qualificate per rasserenare l’acume  giustamente preoccupato ed avvertito dei più “sospettosi”, circa la indubbia bontà degli intenti, degli sforzi e delle risorse che i Team  migliori  del pianeta-mondo stanno in questo momento impegnando nella risoluzione delle oramai ultime e più resistenti e tenaci  imperfezioni da rimuovere.

Questo è lo sconcertante quadro della follia di una specie dotata di un acume senza l’eguale tra tutte le altre specie viventi nello scegliere la propria strada per l’autodistruzione, refrattaria com’è ad accettare quella di un  destino che gli riserva un mondo imperfetto mai amato, molto temuto e fuggito da sempre.





Roma 11 gennaio 2015                                                         Riccardo TRIOLO    

martedì 5 marzo 2013


Caro CRIMI Vito ( M5Stelle )

Sono un elettore di “sinistra” molto alterato. Senza infingimenti dico subito che Vi seguo al contempo con interesse e scetticismo.
L’interesse è generato dall'auspicio che il M5Stelle inveri quei cambiamenti tanto anelati:
Sullo spreco e i privilegi della Casta ( intesa in senso esteso a tutta la gerarchia istituzionale e in tutte le relative sedi  ).
Le pensioni di tutti i lavoratori che aspettano di percepirla dopo anni di lavoro.
Il lavoro per i giovani tutti e non solo i raccomandati che continuano  rimanere come modalità di accesso ai lavori meglio rinumerati e con un po’ di futuro.
Riduzione delle tasse e contemporaneamente lotta all'evasione fiscale con mezzi chiari e trasparenti portando la cartella in piazza, laddove chi paga le tasse e guadagna e lavora non ha nulla da temere sull’attentato alla tanto abusata “Privacy”.
E via di questo passo, gli investimenti nelle energie alternative, la lotta ai monopoli e alle false liberalizzazioni, ecc. ecc..
Per quanto riguarda lo scetticismo è la assoluta mancanza di storicizzazione degli assunti e delle idee del M5Stelle a preoccupare.
Nessuno ma proprio nessuno è figlio di un “nulla” storico.
A me sembra quantomeno strano il tentativo di azzerare insieme ai colpevoli in carne e ossa di nefandezze politiche ed economiche tutta la Storia che li ha generati e che include tutti coloro che non solo non hanno nulla da spartire con costoro ma hanno addirittura lottato strenuamente per far emergere quelle scelte sacrosante che andavano nella direzione opposta alle nefandezze note.
La Storia è lotta e la conquista dei diritti è ugualmente frutto di una lotta.
Anche il M5Stelle dovrà lottare e quindi “sporcarsi le mani “ se vorrà ottenere di raggiungere gli obbiettivi che si è posto.
Il popolo dietro ai partiti che hanno sbagliato non è ad essi legato tanto quanto non lo è quello che al momento tenta con Voi di indirizzare la propria volontà di cambiamento nella direzione di un risanamento prioritariamente Etico da cui far discendere immediatamente quelle opportune e necessarie scelte legislative coerenti,  per ripulire questo paese dalla corruzione e dal depauperamento del bene Pubblico che lo attaglia.
Buon Lavoro a Voi tutti augurando al M5Stelle una iniezione di una massiccia dose  di “politéia” !
Angelo MONTESI _Riccardo Triolo

martedì 19 ottobre 2010

PROSPETTIVE, QUALI?


La mitologia dell’indice di produttività


Né di destra né di sinistra, ma verso l’alto
1- Se l’insieme degli individui di una comunità non recepisce e non fa suo l’assunto del bene comune, ogni azione, movimento, impegno che fa capo a quell’assunto è destinato al fallimento! Le uniche azioni e lotte che portano un risultato saranno quelle che soddisfano l’ambito ben circoscritto di gruppi ristretti con richieste strettamente corporative.
2- Non ci meravigliamo poi se la realtà nel suo insieme si presenterà sempre più ingestibile, dove le istanze e gli interessi fanno capo ai personalismi degli interessi costituiti attorno ai soggetti privati o ai gruppi organizzati.
3- La fine dei diritti acquisiti è possibile ma i diritti sono una conquista e necessitano una lotta e una vigilanza costanti. Anche i diritti sono subordinati a una visione coerente dell’assunto primario, vale a dire il bene comune.
4- L’estensione dei territori della realtà sociale è opera dell’interesse privato per mantenere il proprio tornaconto e rinviare la resa dei conti sempre minacciosa dietro l’angolo.
5- Quando il territorio sarà completamente sfruttato in tutta la sua ampiezza, il Re sarà finalmente nudo e sangue e orrore scandiranno inesorabilmente il tempo della fine della società individualistica estirpandola alla sua radice
6- L’idea della libertà individuale verrà finalmente estirpata come la mala erba dei campi, allevando i giovani con l’idea della impossibilità di concepire una individualità che sia verosimilmente libera e indipendente.
7- La possibilità di un mondo nuovo è ostaggio delle risorse ormai scarse del pianeta e della salute fisica e mentale residuale dei sopravvissuti.
8- Se la lucidità intellettuale e la salute lo consentiranno quelle ultime generazioni dovranno rifondare l’idea della società sulla base dell’assunto primario ormai liberi da ogni ricatto che le questioni razziali e religiose costituivano per la Storia precedente.
9- Ora saranno approdati nel grande e unico territorio della:
a- Piena e totale multi etnicità
b- Pieno e totale relativismo religioso
c- Piena e totale integrazione culturale
10- Anche questa idea richiede i suoi alfieri ma essi devono essere, o lo saranno, consapevoli che la via verso l’alto non và intrapresa con la violenza, semmai solo con il martirio inflitto dalle forze contrapposte all’idea.
11- Proprio per la natura dell’assunto primario ovvero la quasi totale maggioranza degli individui, ovvero il 99,9% degli individui, deve recepire e far suo l’assunto stesso, che esso non può e non deve essere imposto in alcun modo
12- La concezione di essere e far parte di un insieme più grande deve apparire nelle menti come Verità Naturale come respirare, muovere un braccio, fare un tuffo, dare una carezza o un bacio a un bambino.

Le due Logiche



Sulla dinamica degli eventi si palesano due logiche sempre in contrapposizione e su vie parallele mai intersecanti.
La logica della dinamica reale, fisiologica e biologica in contrapposizione alla logica delle idee.
Un caso emblematico sotto i nostri occhi è quello dell’increscioso e tragico episodio della colluttazione per futili motivi che ha portato al decesso di una persona in una stazione della metropolitana.
Tutti possono visionare il filmato che dovrebbe aiutare il giudizio.
Invece no!
Il filmato non ci dice di quali ragioni si alimentasse e quanto è stato intenso il livello dell’alterco precedente, avviatosi pare, davanti a un distributore di biglietti per la metropolitana.
Ma il filmato ci dice chiaramente che tutto si sarebbe risolto se i due, come inizialmente sembra, magari ancora lividi di rabbia e rancorosi, proseguivano il loro percorso senza più “beccarsi”.
Il filmato ci dice chiaramente che, non appena superate due persone provenienti in senso inverso, essi riprendono l’alterco e non sembra che la vittima sia passiva nello sviluppo dell’azione.
Infatti è logico che chiunque in un alterco dice e magari fa qualcosa.
La vittima spintona vistosamente il responsabile della sua morte.
Poi ci sono spinte di reazione e infine si innesca quella scintilla di extra reazione che porta al pugno fatale e ovviamente imprevisto dal momento che la vittima è inerme e inerte nel riceverlo.
Tutte queste sono dinamiche che fanno parte di leggi comportamentali ben note e il tragico esito è dovuto maggiormente al contesto che alla volontà dei soggetti.
Infatti l’alterco si svolge in un ambito civilizzato e che rassicura sugli eccessi di aggressività e violenza. Anche questo è noto e assodato nello studio dei comportamenti riflessi.
E’ certo che in un contesto più instabile e arretrato entrambi i soggetti avrebbero avuto atteggiamenti molto più guardinghi e diffidenti l’un dell’altro. La mancanza di sicurezza proprio di uno scenario diverso e più selvatico non avrebbe consentito quella confidenza, pur nel reciproco contrapporsi, tra i due attori della tragedia.
Questo per dire che il meccanismo riflesso che porta al gesto più cruento di una spinta viene innescato da una serie di reciproche azioni fuori dal controllo di entrambi.
Gli attori di questa tragedia sono entrambi inconsapevoli di percorrere un binario che porterà a un esito come minimo traumatico e che solo un extra senso di percezione del susseguirsi di azioni e reazioni, estraneo al coinvolgimento diretto poterebbe evitare.
Il prossimo esito comunque traumatico su quelle premesse non è evitabile se almeno in uno dei due non avviene un cedimento dovuto alla percezione del pericolo insito nell’impossibilità del raggiungimento di un’approvazione e di un riconoscimento delle proprie ragioni da parte dell’altro.
La vittima nel filmato risulta chiaramente attiva e aggressiva nel portare avanti la affermazione delle sue ragioni, ripeto, in un contesto che la rassicura e dal quale forse crede di ottenere da un momento all’altro e, in un modo o l’altro, una qualche forma di approvazione.
Così non è, purtroppo, e per di più la sua convinta pressione su un soggetto sicuramente più immaturo e meno responsabile di lei ( lo testimonia la consistente differenza di età ) innesca in quest’ultimo un profondo senso di impotenza e di incapacità di concludere l’alterco ormai divenuto assillante e irrisolvibile.
In quel vuoto che si viene a creare nel senso di impotenza si innesta il gesto come unica e decisa azione atta a por fine allo scontro alzando decisamente il livello di intensità del gesto da spintone a pugno!
Tutta la vicenda è una tragedia che fa parte della nostra attuale realtà metropolitana.
Entrambi diventano vittime di un destino dettato da logiche comportamentali più forti e grandi della loro volontà.
Il caso porta alla consacrazione della tragedia con l’inerte e letale crollo a terra dell’attore che diventa la vittima e al contempo rende l’altro il carnefice della scena.
Come si può mai, onestamente pensare di semplificare questa tragedia discettando solo in base alle ricadute del tutto estranee alla vicenda, ovvero parlando di:
1- Razzismo ( che nella vicenda non può essere presente!)
2- Femminismo ( le ragioni del maschio imposte alla femmina recalcitrante) senza sapere nessuno di noi chi dei due abbia avuto ragione nell’aterco e delle sue motivazioni.
3- Omicidio comparato arbitrariamente a quelli effettivamente commessi appunto sulle precedenti considerazioni ( e questo proprio non ha nulla a che vedere nella sua evidente e palese dinamica con un omicidio intenzionale per razzismo o antifemminismo)

Come non si può ragionare sulle dinamiche intrinseche dei ritratti psicologici dei due attori della tragedia che determinano un esito che poteva anche non essere tragico e lo è stato per pura fatalità.
E se non lo è stata una pura e cieca fatalità, allora non si può letteralmente “obliare” la partecipazione all’azione, comunque aggressiva nei gesti e nei modi, anche da parte della vittima!!
Questo è un omicidio preterintenzionale, punto e basta.
Quando incidentalmente mettiamo sotto qualcuno stiamo nella stessa identica situazione.
Noi siamo responsabili della condotta della nostra vettura come lo siamo dei comportamenti consapevoli del nostro corpo.
E di questo la legge codifica il livello di responsabilità.
In questa vicenda è del tutto evidente, a mio modesto avviso, che entrambi i soggetti sono finiti in un territorio maledettamente scivoloso e irto di pericoli dove per entrambi aveva iniziato a prevalere una serie di comportamenti riflessi che non sono più del tutto sotto il loro diretto controllo!
Se così non è dobbiamo allora senz’altro parlare di omicidio intenzionale!Punto!
Perché tutti sembrano ormai rinunciare all’uso della ragione e rincorrono i facili e devastanti schemi dei vari “ismi” di turno?
Quale pena per il mio povero cervello quest’umanità inebetita e inetta, incapace di gestire l’unica possibilità per la nostra esistenza: quella della consapevole coscienza e dignità di pensiero al cospetto della Vita e del suo grande mistero!