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mercoledì 11 febbraio 2015


ETERNA  IMPERFEZIONE

“Come i Cani della prateria, anche io sempre all’erta sto!”



Nella Materia
Nelle Molecole
Nelle Cellule
Negli Istinti
Nei Cuori
Nelle Menti

Quelle Forze puntualmente soverchianti sia le buone come le cattive intenzioni.

Ma quando mai riusciremo ad anteporre la consapevolezza di questa Verità alle nostre Azioni?
Mai!
Infatti siamo assolutamente imperfetti!
Non riusciamo nemmeno ad ammettere e accettare che il percorso della nostra esperienza è una unica linea, per quanto contorta e intrecciata possa essere! Mai e poi Mai il singolo individuo potrà sperimentare la contemporaneità di più esperienze tracciando più di una linea contemporanea nel corso della sua esistenza.
Su questo semplice assunto nella nostra specie si sono fondate e sviluppate le sue due esclusive peculiarità: la schiavitù e il dominio.
Atteggiamento, predisposizione o condizione che sta alla base di tutto lo sviluppo chiamato Civiltà e Progresso, intendendo con tali termini una accezione sempre positiva, e, semmai negativa, solo per un residuale infinitesimo da utilizzare solo nei casi di necessità. Solo quando e laddove il Grandioso Edificio viene sottoposto dagli eventi a conclamate e palesi contraddizioni.
Avremo così un incredibile, folle, istrionico uso di quel residuale negativo  al fine di puntellare il fatiscente Palazzo con l’estremo Imperativo:
“ …e Civiltà e Progresso devono pur Superare gli ostacoli che la dura realtà Materiale frappone al raggiungimento della tanto agognata meta della Felicità!!!! “.
A - Che cosa è la Felicità?
(È fondata su base Etica?  Fisiologica? Psicologica? Tutte tre le cose?)
B - La Felicità di chi?
( di quale Umanità, presente, futura?? )

C - Non esisterà più l’Infelicità?

( e l’Umanità’? esisterà ancora o sarà estinta estinguendo perciò stesso anche la percezione dell’Infelicità? )
Nessuno può, se onesto innanzi tutto con sé stesso prima ancora che con gli altri, dare delle risposte sensate  a queste domande.
Eppure il sortilegio imperante è quello di una Felicità da Inverare  anche al costo di depauperare l’intero Mondo dell’ultimo suo respiro Vitale!
L’uso dell’Acume  ( di chi ne è in possesso e ha il tempo e la voglia di
Poterlo esercitare ) dovrebbe aiutare a superare le continue difficoltà e gli ostacoli che ci tengono avvinghiati e  immersi in questo universo imperfetto. Ma soppratutto  dovrebbe  illuminare sul presente mondo e le sue qualità e il nostro destino.
Ma cosa invece rivendica a sé l’uso dell’acume  o,  con valenza riduttiva, definito anche con il termine  intelligenza (avendo ormai  l’acume perso nel tempo il suo fondamentale, magico e inestimabile valore istintuale, riducendosi a intelligenza = redde rationem )?
-         Divenire Guida del gruppo
-         In quanto tale ottenere privilegi ( l’esercizio dell’acume porta infatti dentro di sé anche un difetto congenito: l’auto-incensamento e l’esaltazione in misura bastante da ignorare la fortunata circostanza di avere avuto in abbondanza una simile qualità in dono dal caso e non da un proprio merito).
-         Il caso è un termine assolutamente infido con una accezione fortemente negativa per la sua valenza specificatamente transitoria e relativa ( non parliamo poi del termine ancor più destabilizzante e terrorizzante di “Kaos”,   dal quale sembra discendere appunto quello di  “Caso” ). Per questo motivo l’uso dell’acume decide di assumere  a sé la peculiarità   irrazionale della “predestinazione” o di qualità ereditata  dagli “dei”e infine dai “Padri”.
-         L’Eredità inoltre di una simile “nascita” e “battesimo di legittimazione divina” deve assolutamente perpetuarsi nel tempo, costi quel che costi e a dispetto appunto della casuale e fortunata circostanza succitata. Pertanto i privilegi per sé rivendicati vanno trasmessi anche ai propri discendenti biologici a prescindere dal possesso o meno delle stesse qualità.
-          L’uso dell’acume, quindi, dipende strettamente dall’individuo che lo possiede e non da simulacri, amuleti, o templi che vorrebbero ricordarlo e rappresentarlo.
-         Il possesso di questa qualità è estremamente volatile, strettamente dipendente dalla longevità e salute delle cellule che costituiscono il corpo stesso dell’elemento pensante.
-         E’ per questi motivi descritti qui ai punti precedenti, che appare evidente l’impossibilità di una continuità vera e propria del sapere al di fuori dell’ambito strettamente Biologico. E a dispetto delle invenzioni di codici e linguaggi la riprova di ciò si palesa nella inevitabile necessità di dover rinascere che manifestano puntualmente le generazioni subentranti. Non essendo infatti altro da ritenersi come dei riti di passaggio quelle differenti pratiche nelle forme e nelle modalità rispetto al passato solo per la diversità dei mezzi  adottati ( quand’anche invece non risultano, sorprendentemente, pressoché identici ai rituali precedenti! ).
-         Tutto l’acume presente al mondo sembra tuttavia  incapace, sia  in buona che in malafede, di ammettere oltre che ad accettare l’inconfutabile suddetto quadro e specchio della realtà imperfetta in cui viviamo.
-         Assito pertanto a una sempre più sfrenata corsa al rilancio della posta in gioco con un corollario di rilanci sempre più azzardati sui possibili scenari e simulazioni dei mondi “PERFETTI” ai quali è dedito l’attuale uso dell’acume.
-         Assisto e vedo sciorinati davanti ai miei occhi, ad una innumerevole teoria di proposte, progetti ed utopie su questo mondo PERFETTO da inverare e al quale la attuale mitologia fa riferimento, con rassicurazioni argomentate  e qualificate per rasserenare l’acume  giustamente preoccupato ed avvertito dei più “sospettosi”, circa la indubbia bontà degli intenti, degli sforzi e delle risorse che i Team  migliori  del pianeta-mondo stanno in questo momento impegnando nella risoluzione delle oramai ultime e più resistenti e tenaci  imperfezioni da rimuovere.

Questo è lo sconcertante quadro della follia di una specie dotata di un acume senza l’eguale tra tutte le altre specie viventi nello scegliere la propria strada per l’autodistruzione, refrattaria com’è ad accettare quella di un  destino che gli riserva un mondo imperfetto mai amato, molto temuto e fuggito da sempre.





Roma 11 gennaio 2015                                                         Riccardo TRIOLO    

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